Il popolo cinese possiede una capacità culturalmente radicata di superare le difficoltà. Il termine crisi (危机), infatti, è composto dai caratteri wei 危 (pericolo) e ji 机 (opportunità), ad indicare come dopo situazioni rischiose possano nascere nuove occasioni di rivalsa.
Ed è proprio questa voglia di ripartire che sta contraddistinguendo la Cina, dove i casi di coronavirus si assestano, i negozi, con le dovute precauzioni, riaprono e le persone iniziano a progettare viaggi e spese appena tutto sarà definitivamente concluso. Dopo un crollo dell’80% del traffico nei negozi al picco dell’epidemia di questo inverno, i consumatori cinesi, che da soli coprivano più di un terzo delle vendite del settore del lusso negli ultimi anni, hanno un forte desiderio di tornare alla normalità.
La Cina, che ha già avuto modo di affrontare una crisi sanitaria di questa portata nel 2012 con la SARS, proprio come allora, dopo un mese e mezzo di quarantena e restrizioni, si prepara psicologicamente e nei fatti ad attuare una “vendetta” nei confronti del virus: il cosiddetto “revenge spending” (in cinese 报复性消费). Il fenomeno è stato colto dagli analisti nei giorni scorsi grazie a pubblicazioni sui social media cinesi come “la prima cosa da fare dopo l’epidemia”, visualizzato su Weibo da 410 milioni di persone, che invitavano la gente a commentare esprimendo la propria preferenza.
Secondo una stima di China Daily, tra la lista delle prime spese a cui il popolo cinese non vuole rinunciare troviamo andare al ristorante, dal parrucchiere e alle feste. Seguono andare al cinema, in palestra, viaggiare, fare shopping e andare ai concerti.
Per quanto riguarda il settore turistico, secondo un sondaggio di China Tourism Academy, il 70% di coloro che hanno risposto ha affermato di voler fare un viaggio appena tutto sarà sotto controllo. Anche secondo un servizio online condotto da China Luxury Advisors (CLA), la percentuale di coloro che pianificano viaggi è molto alta e le mete preferite sono destinazioni mai viste prima ed esperienze culturali.
Tra le esigenze dei milionari cinesi, invece, che in Cina raggiungono i 4.447 milioni e spendono soprattutto per beni di lusso personali e macchine, ci sono la salute, il benessere e l’educazione dei figli. Per questo motivo, sono alla ricerca di brand che mostrino maggiore responsabilità sociale e i cui prodotti e servizi siano sostenibili.
In conclusione, nonostante un iniziale impatto economico negativo, si prevede una ripresa esplosiva del settore turistico, come successe in occasione delle prime festività cinesi dopo la SARS, quando durante la Golden Week dell’ottobre 2003 e il Capodanno cinese 2004, il numero di voli aumentò del 200% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i brand del lusso, invece, avranno maggiore successo coloro che riusciranno a spostare il loro modello di business verso una maggiore responsabilità sociale alla ricerca di prodotti eco-sostenibili. Nel complesso, l’agenzia di stampa China News prevede che il consumo cinese continuerà a progredire costantemente durante tutto l’anno e che le vendite totali al dettaglio dei beni di consumo raggiungeranno i 45 trilioni di yuan.
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