Perchè la mediazione culturale è fondamentale: il caso H&M.

Ci risiamo.

Un altro incidente diplomatico di un brand occidentale, in questo caso H&M, in Cina.

Questa volta l’occasione è stata la pubblicazione, da parte di H&M, di un report che afferma di non volersi più approvvigionare per le forniture di cotone dallo Xinjiang come forma di condanna verso le condizioni di lavoro della minoranza etnica presente in quella regione cinese.

Questo ha portato la Cina a ritorsioni verso H&M con la chiusura degli store online Tmall, JD, Pinduoduo;  gli influencer di H&M a prendere le misure e allontanarsi dal brand etc. Una storia, purtroppo, già vista con varie sfumature anche per altri brand .

Non entro nel merito della discussione. In generale, poiché mi occupo di mediazione culturale e di marketing e comunicazione in Cina, mi interessa l’effetto sui social innescato dal popolo dei netizen cinesi. La veemenza con cui questi fenomeni vengono trattati mi sembra emblematico del fatto che questi vengano visti come esempi di una contrapposizione ideologica fra l’Occidente e l’Oriente. La Cina fornisce un messaggio chiaro: noi siamo qui, siamo sempre più rilevanti nel panorama mondiale e pretendiamo rispetto. L’Occidente, tuttavia, è ancora mediamente impreparato ad affrontare temi di mediazione culturale.

A mio modesto avviso, riguardo gli eventi di questo tipo avvenuti negli scorsi mesi, per alcuni Brand, effettivamente c’è stato una evidente mancanza di rispetto nei confronti di un popolo (quello cinese), ma in altri casi, invece, si è trattato di errori generati dalla poca cultura o sensibilità di qualche membro di un’azienda multinazionale, ma non sicuramente dall’intento consapevole di esprimere un messaggio offensivo nei confronti di un popolo intero.

Considerando come poi questi eventi abbiano effetti sul lavoro di centinaia di persone in termini di ricadute economiche, mi interessa capire se sia possibile evitare queste ‘slippery slopes’ comunicative. Sicuramente questi errori macroscopici verranno evitati sempre di più nel futuro, perché gli incidenti diplomatici del passato hanno insegnato a stare attenti. Ci saranno delle scosse di assestamento, sempre più marginali (voglio sperare), perché è chiaro ormai che la narrativa occidentale aziendale, principalmente basato su modelli di consumo e culturali americani, sta cambiando ed è già superata da un modello multiculturale, che deve considerare modelli aziendali e di consumo variegati. Ci vorrà uno sforzo di tutti noi, intendo sia Oriente sia Occidente, per comprendere, partecipare, approfondire alcune tematiche, eliminando gli aspetti prettamente ideologici di contrapposizione di culture, che non fanno bene a nessuno, soprattutto se scatenati da motivi prettamente commerciali.

La nostra azienda è pronta a offrire consulenza e supporto ai Brand nella realizzazione della corretta comunicazione verso la Cina.

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